Il calcio italiano è agli sgoccioli: la Serie A va verso la sospensione. Il campionato di calcio, alla fine, potrebbe arrendersi al Coronavirus: nella lunga polemica che ha accompagnato questi mesi, la posizione del Ministro dello Sport Spadafora è stata sempre molto attendista. Non ha mai dato speranze al calcio, e ora le possibilità sembrano ancora minori.

 

La terza azienda del paese rischia il collasso: le perdite economiche per i club di Serie A si contano nell’ordine di decine di milioni, per le serie minori il rischio è il fallimento. Non solo: le emittenti televisive, che a breve dovrebbero pagare l’ultima rata per la stagione in corso, hanno chiesto a gran voce almeno uno sconto, e potrebbero decidere di non pagare, esponendo ancor di più i club. 

 

Serie A verso la sospensione, le parole di Spadafora

Il campionato di Serie A va verso la sospensione, ma il ministro Spadafora manda la palla ancora una volta nel campo dei club di Serie A, intervenuto a Omnibus su La7: “Sono in corso tra oggi e domani contatti tra il comitato tecnico scientifico e la Figc, che aveva presentato un protocollo per gli allenamenti ritenuto dal comitato non sufficiente. Ma ripresa degli allenamenti non significa ripresa campionato. Se non vogliamo avere incertezze basterà seguire la linea di Francia e Olanda che hanno fermato tutto. Io sinceramente vedo il sentiero per la ripresa sempre più stretto. Il discorso allenamenti è diverso, ma fossi nei presidenti penserei alla nuova stagione. La scelta della Francia può spingere anche l’Italia e altri paesi europei a seguire quella linea e leggendo certe dichiarazioni potrebbe esserci una maggioranza dei presidenti pronta a chiedere la sospensione per preparare al meglio il prossimo campionato”.

 

Il piano B del calcio

Il ministro dello Sport parla esplicitamente di nuova stagione all’orizzonte: “Io da ministro dello sport sarei un pazzo a demonizzare il calcio e la Serie A che portano soldi a tutto il sistema sportivo, ma se la ripresa non sarà in sicurezza saremo costretti a fermarci. Assurdo che tre-quattro presidenti ancora non lo capiscano. C’è anche un problema tamponi, non sono certo ce ne siano a sufficienza. E non dimentichiamoci che all’inizio della pandemia, quando non si sono voluti fermare, poi molte squadre sono finite in quarantena”. Quindi conclude: “Penso che i vertici del calcio, mi riferisco alla Lega e anche alla Figc, dovrebbero iniziare a pensare a un Piano B. Al massimo entro questa settimana il comitato tecnico scientifico dirà se il protocollo per gli allenamenti sia attuabile e in pochi giorni lo comunicheremo ai club, quindi – con la curva dei dati alla mano – decideremo sulla ripresa del campionato”.