Fuori Campo
Serie A a 22 squadre: lo scenario
La Serie A è nel caos: stretti nella morsa del Coronavirus, i vertici del calcio italiano stanno cercando di capire se e quando riprendere prima gli allenamenti, poi le partite. Ad oggi le prospettive non sono del tutto rosee, bisogna anche pensare alla prossima stagione. Anche l’annullamento degli Europei va in quest’ottica: la Uefa vuole aiutare le varie Leghe a terminare i campionati. Ma se non fosse possibile?
Serie A, proposta delle 22 squadre
Si deciderà tra poco più di 15 giorni il destino della Serie A: il campionato di calcio italiano è appeso ad un filo, se il Governo dovesse decidere di prorogare ulteriormente le restrizioni ci sarebbe il rischio concreto di far saltare il banco. Non ci sarebbero i tempi tecnici per riprendere gli allenamenti, quel che resta del 2019/2020 rischia di saltare.
La cancellazione del campionato in corso non è più solo l’ultima spiaggia, sta diventando un rischio concreto. L’attuale Decreto, come è noto, scade il 3 aprile. Se le squadre riuscissero ad allenarsi entro Pasqua per ripresentarsi in campo a metà maggio, la Serie A avrebbe speranze di terminare. In tal caso, potrebbe anche sforare la fatidica data del 30 giugno, ricevuto già l’ok della FIGC.
Se il Governo dovesse valutare di prorogare le attuali misure restrittive e sospendere tutto fino a fine aprile, o addirittura arrivare a maggio, a quel punto la Lega Serie A dovrebbe fare i conti con l’amara realtà: non ci sarebbero più date disponibili per chiudere il calendario.
A quel punto entrerebbe in gioco l’ipotesi più estrema: Scudetto non assegnato, qualificazioni Europee desunte da classifica congelata. Le retrocessioni, che di fatto rappresentano una perdita consistente per i club coinvolti, verrebbero tutte congelate. Salirebbero dalla Serie B solo le prime due, di fatto creando una Serie A a 22 squadre nel 2020/2021, per poi tornare a 20 nella stagione successiva.
Non piace l’ipotesi della Uefa di giocare il campionato tra giugno e luglio: il rischio concreto di condizionare anche la prossima stagione non piace ai club, che vorrebbero garantirsi un anno pre-Europei sereno, nei limiti del possibile.