Lazio-tamponi, nuovi sviluppi dell’annosa vicenda che vede coinvolti il presidente Lotito, il medico sociale Pulcini e il responsabile sanitario Rodia. Non c’è stata alcuna archiviazione, è arrivato il deferimento: la Procura federale lo ha notificato nella mattinata alla Lazio. Le persone coinvolte erano già note: si tratta dunque del presidente Lotito e dei medici Pulcini e Rodia per il caos tamponi.

La chiusura delle indagini era stata già comunicata il 22 gennaio 2021, in seguito la Lazio aveva provato ad inviare una memoria difensiva, in linea del tutto teorica la Procura avrebbe dovuto sentire il n.1 biancoceleste, Claudio Lotito. Il procuratore Giuseppe Chinè ha bloccato tutto: bastano le prove e le evidenze raccolte per inviare il deferimento. Altro che caso chiuso: il materiale che ha in mano avrebbe verificato il mancato rispetto del protocollo Covid-19 che tutte le società hanno sottoscritto.

Lazio-tamponi, le accuse in arrivo

Le accuse alla Lazio e a Lotito per il caso tamponi sono molte, andranno discusse per valutarne gravità e possibili sanzioni praticamente caso per caso. Claudio Lotito – a leggere il provvedimento viene deferito “per non aver provveduto a far rispettare o comunque per non aver vigilato sul rispetto delle norme in materia di controlli sanitari e delle necessarie comunicazioni alle autorità sanitarie locali competenti”.

Qui la sottolineatura, Lotito ha la colpa di “non aver tempestivamente comunicato alle Asl competenti la positività al COVID-19 di 8 (otto) tesserati, riscontrata, in data 27 ottobre 2020, a seguito dell’effettuazione dei tamponi cd. Uefa del 26 ottobre 2020, in vista dell’incontro di Champions League Brugge-Lazio del 28 ottobre 2020 Di fatto Lotito non ha applicato il Protocollo: non ha comunicato alle Asl competenti i ‘contatti stretti’ dei tesserati positivi’, non ha ‘concordato’ con le stesse Asl locali competenti le modalità dell’isolamento fiduciario e le modalità di quarantena del resto del gruppo squadra, a contatto con positivi.

Non basta: la stessa Lazio avrebbe commesso violazioni del protocollo anche in altre occasioni. Lo stesso viene ripetuto, sempre per “la positività di 8 (otto) tesserati”, riscontrata il 3 novembre 2020, a seguito dell’effettuazione dei tamponi in vista dell’incontro di Champions League Zenit-Lazio, e per quella di tre tesserati del 30 ottobre in vista dell’incontro di campionato Torino-Lazio.

Stiamo dunque parlando di 3 partite, 3 diverse occorrenze. In particolare delicata la situazione di Ciro Immobile: è sceso in campo contro il Torino, non rispettando il periodo di isolamento obbligatorio, che è stato anche “inserito nella distinta gara dell’incontro Lazio-Juventus dell’8 novembre 2020”.

Non è solo Lotito al centro dell’inchiesta: le accuse ricadono anche sul dott. Ivo Pulcini, responsabile sanitario, e il dott. Rodia, medico sociale, “ciascuno per quanto di rispettiva competenza e/o, comunque, in concorso tra loro per non aver rispettato le norme sopra richiamate in materia di controlli sanitari e delle necessarie comunicazioni alle autorità sanitarie locali competenti”.

Infine la Lazio stessa è stata deferita “per rispondere a titolo di responsabilità diretta della violazione dell’art. 6, comma 1, del C.G.S. vigente, per il comportamento posto in essere dal Presidente Lotito; per rispondere a titolo di responsabilità oggettiva della violazione dell’art. 6, comma 2, del C.G.S. vigente, per il comportamento posto in essere dai medici Pulcini e Rodia; per rispondere a titolo di responsabilità propria, ai sensi del C.U. n. 78/A FIGC dell’1 settembre 2020, che pone gli obblighi in ordine all’osservanza dei Protocolli Sanitari, finalizzati al contenimento dell’emergenza epidemiologia da COVID-19 emanati dalla FIGC e validati dalle Autorità sanitarie e governative competenti, a carico anche delle Società in modo diretto”.

Caso tamponi, la difesa della Lazio

La Lazio si è difesa e si difenderà: secondo la società sarebbe stato il laboratorio a dover comunicare l’esito dei tamponi alle autorità competenti, e la comunicazione non sarebbe stata un onere della Lazio. A Lapresse il medico sociale della Lazio Pulcini si è detto tranquillo: “In base alla legge spetta al laboratorio comunicare alla Asl se c’è un positivo. È poi la Asl che comunica all’azienda, con il consenso del giocatore”. Ha poi risposto nel merito delle mancate comunicazioni prima delle partite di Champions League Brugge-Lazio del 28 ottobre 2020 e Zenit-Lazio del 4 novembre 2020: “noi abbiamo comunicato tempestivamente alla Asl, ma non avevamo la certezza che fossero dei veri positivi. Materialmente l’esito dei tamponi fatti dalla UEFA io non li ho mai visti, perché non ho l’accesso alla piattaforma. Quindi io avrei dovuto certificare che ci fossero dei positivi e fare un atto di fede”. Di fatto dunque rischia di aprirsi una vera e propria querelle normativa, che potrebbe riguardare anche i tamponi fatti dalla Uefa: “Da medico io certifico solo quello che vedo, secondo coscienza”, le parole di Pulcini. Sul deferimento ha dimostrato serenità: “Il deferimento? Non mi dà alcun fastidio, è legittimo fare delle indagini ma quando uno è un professionista serio non si abbassa a fare queste cose. Dimostrerò di esserlo e di non aver nulla da nascondere. È giusto che si indaghi, perché la legge va sempre rispettata. Su questo non c’è nulla da discutere. Da professionista voglio spiegare bene come devono essere fatte le cose, in modo corretto e secondo il codice deontologico. Io non posso dichiarare il falso”. Di fatto il medico sociale della Lazio sembra alludere ad alcune discrepanze tra il Protocollo e la deontologia che il personale sanitario è tenuto a rispettare. Dovrà convincere il tribunale federale della bontà delle sue ragioni, dal momento che verranno presto discusse.

Lazio-tamponi, le possibili sanzioni

Il tema ora è chiaro: cosa rischia davvero la Lazio? Ma quali sono le possibili sanzioni per Lotito, la Lazio, nel merito del caso tamponi? Nel merito non c’è molta chiarezza: il caso Juventus-Napoli, ad esempio, era molto diverso, e si tratterebbe di un procedimento per molti versi originale e importante anche a livello normativo per il mondo del calcio, alle prese con la pandemia.

Le violazioni del protocollo Covid della Figc contestate dalla Procura verranno tutte discusse ora davanti al Tribunale federale. Tutto dipenderà da come riuscirà a difendersi la Lazio: le sanzioni partono dalla semplice ammenda, fino ad arrivare ai punti di penalizzazione. In linea del tutto teorica potrebbero arrivare anche retrocessione e esclusione dal campionato, ma si tratta di misure estremeIl caso Juventus-Napoli insegna: le stesse decisioni del tribunale Federale potranno poi di nuovo essere discusse in appello, con tutte le conseguenze del caso.