Un nuovo Marchetti, come nel 2012. Juventus-Lazio ha sicuramente tanti gradi di lettura, dalla classifica post-Covid con il crollo biancoceleste e la mini-fuga bianconera (interrotta dal Sassuolo), fino ad arrivare ai possibili protagonisti di una partita d’altissima classifica e grandi motivazioni.

Inzaghi ha interrotto la serie di 3 sconfitte consecutive con un misero pareggio ad Udine, l’X pirotecnica della Juve ha permesso all’Inter di Conte – forse la rivale più temuta – di avvicinarsi e piazzarsi al secondo posto. Ad Inzaghi lunedì sera potrebbe servire un Marchetti 2.0: come nel 2012, quando una prestazione super dell’ex Cagliari permise alla Lazio di strappare lo 0-0.

 

Juventus-Lazio 2012, super Marchetti-show

Quello di Federico Marchetti contro la Juventus, a Torino, nel 2012, è stato un vero e proprio show. A metà novembre del 2012 la Lazio di Petkovic (che in quella stagione avrebbe vinto la Coppa Italia in finale contro la Roma) ottiene un prezioso pareggio maturato con ordine e grazie alle prodezze di Marchetti, che chiude la saracinesca agli attacchi della Juventus, guarda caso, proprio di Antonio Conte. 

Nel primo tempo è tutto un duello Giovinco (poi partito per il Canada) e Marchetti: due prodigiosi controlli della ‘Formica atomica’, due paratone del portiere della Lazio. Due diagonali, due volte Marchetti risponde presente: anche sul tentativo in acrobazia – sempre di Giovinco – altra prodezza di Marchetti. E il primo tempo si conclude sullo 0-0, con Quagliarella che non trova la porta da pochi passi.


Nella ripresa la pressione della Juve cala, ma Marchetti è costretto di nuovo a super parate: stavolta su un tiraccio da fuori di Vidal deviato da Quagliarella. 5 minuti di recupero non cambiano molto: arriva la traversa per Bonucci, un’altra paratona di Marchetti su Marchisio e la Juve – in testa – si porta a + 5 di nuovo sull’Inter. Marchetti servirebbe ad Inzaghi, o uno Strakosha in Marchetti Edition: capace di grandi parate, una sicurezza carismatica tra i pali, un baluardo quando la partita si mette male.

L’ex Cagliari entrava quasi in uno stato di concentrazione zen, capace di respingere tiri a ripetizioni, con riflessi da gatto. Solo contro tutti, quasi: l’estremizzazione del ruolo del portiere, che diventa quasi l’unico ostacolo, insormontabile, per gli attaccanti avversari. Il vero asso, il numero 1, per il proprio allenatore: servirà questo Strakosha ad Inzaghi. Non quello incerto delle ultime uscite.