Il Napoli è appeso al filo della Coppa Italia. Il ‘quasi’ ritiro di Castel Volturno è stato temporaneo, utile solo per raffreddare le emozioni e fissare le priorità. La squadra di Gattuso è naufragata al San Paolo contro una Fiorentina in fragile ricostruzione. Forse il più sorprendente tra tutti i risultati dell’ultima giornata di Serie A: un KO micidiale. Per questo il diktat era stato chiaro: tutti in ritiro. Gattuso, dopo una notte – o meglio quasi 90 minuti di confronto – nel centro sportivo azzurro, ha rimandato tutti a casa. Ma pro-tempore: la partita contro la Lazio di martedì 21 gennaio potrebbe segnare l’ennesima tappa di un’annata disastrosa in casa Napoli.

 

Ritiro Napoli, lo vogliono i calciatori?

Le cronache narrano di un Gattuso furioso: la prestazione della squadra non gli è piaciuta, per questo sta anche inserendo piano piano Demme e Lobotka. Non vuole correre il rischio di “bruciarli”, in un momento fortemente negativo per i compagni. Nessuna idea di dimissioni per l’allenatore ex Milan: ha avuto 1 ora e mezza di confronto durissimo con la squadra, ha snocciolato tutti i numeri – da retrocessione secca – della sua gestione. Il Napoli, per la stessa ammissione di “Ringhio”, ha toccato il fondo: la sfuriata è servita per analizzare il momento. Il mister ha cercato di capire se ci fossero ancora strascichi dell’ammutinamento anti-societario del 5 novembre, se gli allenamenti fossero troppo invasivi, insomma ha cercato cause e possibili soluzioni.

Anche la fine del ritiro – anticipata – è un atto distensivo. La squadra, in caso di risultato negativo contro la Lazio, sta pensando seriamente di mandare un segnale forte all’ambiente: un lungo ritiro, non a Napoli, lontano da veleni e problemi. I retroscena parlano chiaro: lo spogliatoio è una polveriera. Mertens e Allan, due senatori, si sono affrontati: senza peli sulla lingua, linguaggio diretto e tanti saluti alla diplomazia. Un faccia a faccia duro ma onesto: deve servire a capire la situazione fino in fondo. Con una nota a margine anche sulla malasorte: gli infortuni di Koulibaly e Maksimovic hanno privato gli azzurri di centimetri e muscoli in difesa, creando un buco al centro che né Luperto nè Di Lorenzo possono colmare.

Napoli-Lazio, la partita della svolta 
E ora arriva la Lazio: la Coppa Italia potrebbe aiutare la stagione, risollevare morale e dare senso. Ma in questo momento è una mannaia, pendente sul capo di tutto il gruppo: la squadra di Inzaghi in campionato ha appena siglato l’undicesima vittoria consecutiva, ha il derby domenica prossima ma conta molto sulla Coppa Italia, di cui è detentrice. Un mix micidiale, un amaro calice per Gattuso: il San Paolo sarà pieno, quello delle grandi occasioni. Non ci sarà spazio per ulteriore errori: l’allenatore del Napoli sa che, altrimenti, lo spogliatoio già bollente potrebbe andare in fiamme. E con esso anche la sua panchina.