
Protocollo Serie A, porte chiuse e 300 persone allo stadio: ecco cosa cambia
La Serie A è pronta a ripartire: dal 13 o dal 20 giugno il campionato italiano di calcio dovrebbe riaprire i battenti. Il ministro dello Sport Spadafora ha ricevuto con un giorno di anticipo il protocollo per la ripresa del campionato. Si tratta di un passo decisivo per la ripresa del campionato: l’ultimo step normativo prima di scendere in campo, a meno di clamorosi colpi di scena. Ma cosa prevede all’interno degli stadi il protocollo per tornare a giocare in Serie A?
Il protocollo della Serie A: cosa prevede allo stadio?
Partiamo dagli stadi: le partite saranno tutte a porte chiuse. La Serie A ripartirà senza pubblico negli impianti: si sta ragionando come ovviare all’assenza totale di atmosfera, valutando dai cori rilanciati dagli impianti audio dello stadio ai cartonati per simulare la presenza del pubblico.
Lo spazio fisico dello stadio verrà suddiviso in 3 macro-zone: interno stadio/zona tecnico-sportiva, tribune-area media/tribuna stampa ed esterno stadio.
Area tecnica:
- il terreno di gioco
- il recinto di gioco con bordocampo inclusa l’area tecnica
- il tunnel dei giocatori
- gli spogliatoi.
Zona spalti:
- tribune
- le aree media (sala stampa, flash-zone e mixed zone)
- GOS, cioè le sale di controllo
Aree esterne:
- Tv compound
- Parcheggi
- Aree vicine all’impianto coinvolte nel match.
Il numero massimo di persone ammesse allo stadio sarà fisso per la Serie A: 300 persone suddivise per tutte le attività fondamentali. All’interno di ciascuna zona, per la Serie A, non potranno esserci più di 130 persone. Nella massima serie il gruppo squadra ospite non potrà superare le 60 persone, per le serie inferiore il numero cala in proporzione. Tra le 300 persone verranno computate anche le rose delle squadre, tra titolari e riserve. Un’ipotetica composizione potrebbe essere dunque questa: 22 titolari, 24 riserve e staff, 4 match analyst, 8 delegati ospiti, 1 medico, 10 del servizio sanitario, 10 giornalisti, 10 fotografi , 65 produzioni tv e 20 licenziatari Tv.