Altissima la tensione tra Lega Calcio e Figc. Le delibere del Consiglio Federale hanno colto di sorpresa i club di Serie A, che hanno dovuto incassare una cocente sconfitta. Quasi tutte le loro proposte sono state rispedite al mittente, e Gravina ha vinto su tutta la linea. 

il format playoff, che quasi non piaceva a nessuno, proposto e ideato dal n.1 in Figc, sarà il piano B del calcio in caso di ulteriore sospensione. Non piaceva nemmeno il piano C, l’idea di portare a termine il campionato tramite algoritmo. Ma è stata approvata anche quella: un vero e proprio schiaffo ai club. E cominciano ad emergere i primi retroscena ad alta tensione, che certificano un momento di profonda rottura all’interno dello sport più seguito in Italia.

 

Playoff e algoritmo, la Serie A ne esce malissimo

I presidenti dei maggiori club di Serie A sono a dir poco infuriati, ma possono fare poco: in realtà il grande scudo del Decreto Rilancio non fa che rinforzare la posizione di Gravina, che ha deciso volutamente di ignorare la diplomazia e andare per la sua strada. Tra via Rosellini e via Allegri la tensione è palpabile: voci ben informate raccontano di lunghe telefonate nervose tra i presidenti, che vogliono capire come muoversi in questo momento, pur avendo di fatto le mani legate. 

 

Qualcuno ha chiesto di impugnare la delibera federale, ma sembra ci siano pochissimi appigli legali per portare tutto in tribunale. Oltre ad essere una mossa estremamente dannosa per l’immagine del calcio, già deteriorata durante lo stop causato dal Coronavirus. 

 

Mosse “tipiche di un caudillo”, sussurrano alcuni presidenti: tra oggi e domani ci sarà un consiglio di Lega per parlare delle semifinali di Coppa Italia (non si giocheranno le semifinali) ma il clima è aspro, si parlerà anche di Gravina. Verrà fissata l’assemblea dei club di A: doveva andare in scena mercoledì 17 a Roma, ma la location potrebbe cambiare. I club potrebbero decidere di spostarla a Milano, per sancire una distanza fisica tra le loro posizioni e quelle di Gravina. 

La Serie A, con la volata improvvisa del presidente Cairo, aveva votato in massa per il blocco delle retrocessioni, che di fatto avrebbe fatto scoppiare la rabbia dei club di Serie B. Bocciata senza mezze misure questa prima norma, l’ad dell’InterMarotta ha chiesto almeno di non approvare i playoff, che avrebbero innescato una serie infinita di discussioni. Niente da fare: Gravina sarebbe andato dritto per la sua strada, a tempo debito ha promesso di occuparsene lui. Ed è arrivata la frattura, che pare quasi insanabile.