
Coronavirus calcio, Gravina contro Cellino: le due posizioni
Cellino e Gravina, sulla crisi Coronavirus due posizioni opposte, del tutto diverse. Due interviste in questo lungo weekend, l’ennesimo senza Serie A. Due visioni totalmente diverse dell’emergenza che sta coinvolgendo il campionato italiano: non si sa quando ripartirà il calendario, ad oggi gli scenari sono ancora legati all’emergenza Coronavirus. E la fase 2, per il calcio, sembra solo un miraggio, nonostante le parole di Ceferin, il n.1 della Uefa.
Coronavirus-calcio, la posizione di Gravina
Il n.1 della Federcalcio, ospite da Fabio Fazio a “Che tempo che fa”, vuole riprendere il campionato: “Non posso prendere in considerazione l’ipotesi di chiudere la stagione. È una scelta che comporterebbe responsabilità in capo al sottoscritto di una gravità inaudita. Non posso essere il becchino del calcio italiano, ho la responsabilità di difendere il calcio e anche il movimento sportivo”. Non solo, traccia anche uno scenario possibile per quanto riguarda il calendario Serie A: “Parlo di giocare a giugno, quando spero che l’Italia possa vivere un momento di sollievo rispetto allo stato attuale; e poi sappiamo benissimo cosa potrebbe capitare in caso di sospensione definitiva della stagione, con tutti i contenziosi che genererebbero assoluta confusione”.
Serie A, Cellino sul coronavirus: ‘Sono stato positivo, Serie A va fermata’
Il presidente del Brescia, al contrario, in un’intervista a La Repubblica è stato piuttosto duro: “Sono a Cagliari da pochi giorni, dopo aver fatto tre settimane di quarantena a Brescia. Poi per passare Pasqua in Sardegna con la mia famiglia ho preso un aereo privato e sono tornato. Dopo due settimane di quarantena a Cagliari sono stato in ospedale a fare dei controlli. È uscito fuori che mia figlia ha avuto il virus, mio figlio non ce l’ha avuto. E che io ce l’ho in atto”.
La Serie A non può ripartire: “Assurdo si discuta ancora se giocare o no: noi siamo uomini fortunati, io ho una villa a Cagliari, in campagna, una a Miami. Ma ci sono 9 milioni di italiani che vivono sotto la soglia di povertà”. L’attacco frontale è a Lotito, che guida il fronte che vuole la ripresa: “Ma qui abbiamo Lotito che fa il medico, il virologo, lo scienziato nucleare, lo psicologo, l’astronauta. Come fa il presidente di una federazione a non sottoporsi all’autorità del presidente del Coni o del ministro dello sport? Se hanno spostato l’Europeo e i Giochi olimpici di un anno, cosa pensiamo che siamo, degli imbecilli? Noi invece vogliamo finire il campionato in 15 giorni”.