Lotito ‘triggered’, probabilmente rabbioso e “innescato” dal nuovo stop a tutte le competizioni sportive imposto dal Governo. Il presidente della Lazio è la guida dell’ala “giochista”, che vorrebbe tornare sul terreno di gioco il prima possibile, e dunque riprendere ancor prima gli allenamenti. 

 

Dopo aver cercato di tornare in campo la scorsa settimana, la Lazio è di nuovo ferma. Tra le polemiche, il ministro dello Sport Spadafora ha scelto di non lasciare scorciatoie al fronte di Lotito: i professionisti non possono allenarsi se non individualmente. 

 

Ripresa allenamenti, e ora che succede?

Se si vuole tornare in campo a metà maggio, una delle prospettive meno cupe per il campionato di Serie A, prima o poi il tema degli allenamenti andrà affrontato. Anche perché se l’ipotesi migliore resta quella di rientrare in una graduale normalità – anche calcistica – a maggio, sul piatto ci sono scenari molto più drammatici. Se si tornasse a giocare a giugno si rischierebbe seriamente di chiudere il calendario a luglio inoltrato. Tra campionato, Champions League ed Europa League, le slot da riempire sono molte, le partite altrettando, e gli incastri ogni giorno che passa si fanno più difficile.

Per questo motivo un gruppo di squadre – in prima fila la Lazio – sta lottando strenuamente per tornare almeno ad allenarsi, in ambienti sanificati e con le norme di sicurezza più strette, nei limiti del possibile. Si eviterebbero partitelle e momenti di contatto tra i giocatori, che avrebbero accesso ai campi solo in piccoli gruppi, per un necessario lavoro atletico di ricondizionamento. 

 

Per evitare la questione il premier Conte è stato molto chiaro: sono consentiti solo allenamenti individuali. Nessuna possibilità dunque per le squadre di Serie A di tornare in campo, seppur nei loro centri sportivi, fino a nuovo ordine. Nello specifico, fino a dopo Pasqua: a questo punto la possibilità che si riesca a giocare nei primi giorni di maggio diventa molto, molto complicata. 

 

Non bisogna difatti dimenticare che il calendario potrebbe farsi incredibilmente ferrato dalla ripresa al termine della stagione. Mancano troppe partite, si finirebbe a giocare praticamente ogni 3 giorni. Un incubo per gli attori coinvolti, allenatori, staff ed atleti, che correrebbero un altissimo rischio infortuni, unito a quello del contagio. Un quadro preoccupante, con cui il calcio italiano deve fare i conti.