
Eriksen e il “caso panchina”: perché il danese non gioca?
In un periodo e in un’atmosfera particolare, l’Inter ha incassato una sconfitta che ha significato molto per le ambizione di Conte e dei suoi: il 2-0 di Torino ha ribadito la superiorità bianconera sulla squadra nerazzurra, che adesso si interroga su quale sia lo step mancante per raggiungere la Juventus. E anche sul perché Eriksen non giochi.
Inter, perché Eriksen in panchina? Le motivazioni di Conte
Fino a questo momento, Eriksen ha giocato una sola partita da titolare (Europa League a parte) a Udine, per il resto è sempre subentrato dalla panchina. Conte continua a preferirgli giocatori più affidabili come Vecino, più rodato rispetto al danese. Proprio la questione ambientamento sta pesando: Conte sa che c’è bisogno di tempo per far entrare il giocatore nei meccanismi della squadra, ma anche l’attitudine dello stesso Eriksen non è proprio “contiana” al 100%.
Per ora Conte si fida più di altri giocatori nel ruolo di mezz’ala, in attesa che il danese ingrani. Per ora in campo non ha fatto vedere moltissimo, da un talento del genere ci si aspetta di più, anche dalla panchina. Lui, che è stato preso a gennaio per 20 milioni (nonostante la scadenza del contratto a giugno) per rincorrere il sogno scudetto, si è trovato più volte a cercare di incidere da subentrato. Giovedì, però, in Europa League avrà una nuova opportunità di mettersi in mostra dal primo minuto.
Conte lo lancerà da titolare contro il Getafe, Eriksen cercherà di far valere le sue qualità come ha già fatto con il Ludogorets. Forse per adesso l’Europa resta la sua dimensione, quella stessa Europa che aveva scalato lo scorso anno col suo Tottenham fino alla finale di Champions League. L’Inter spera di vedere il suo talento brillare quanto prima, perché è anche grazie a giocatori come lui che si colmano i gap con le big italiane ed europee.