La ripresa della Serie A sembra data per certa: i club oramai si sono convinti, l’opera del fronte Lotito alla fine ha fatto breccia, tutti hanno votato per tornare a giocare il prima possibile. Troppo importante per il calcio italiano non subire ulteriori perdite: il fronte dei club è compatto, prima si torna in campo meno ci saranno danni strutturali allo sport più seguito in Italia. In questo momento la fase 2 è vicina, ma il Governo ancora non dà certezze. Tutti i giornali, stamattina, hanno delineato uno scenario chiaro: ripartenza a maggio, prime partite in calendario alla fine del mese. 

 

Serie A, tutti pronti per ripartire?

In questo momento, in realtà, molte società dovranno affrettare le pratiche e muoversi per tornare in campo. Ce ne sono alcune che dovranno, ad esempio, attendere 14 giorni di quarantena per rivedere in campo i giocatori tornati in patria. La Juventus, tra le tante, sta studiando le modalità di rientro di Cristiano Ronaldo, Higuain e compagni, il Milan aspetta un paio di giocatori, tra cui Ibrahimovic – che si sta allenando in Svezia – e Kessié (Rebic è tornato). La Lazio ha vietato ai suoi giocatori di lasciare il paese, di fatto avendo tutti a disposizione. Lotito, da sempre in prima linea nel proporre una ripresa veloce, ha già avviato contatti con una clinica specializzata, e ha intenzione di sfruttare al massimo l’ampiezza del suo centro sportivo per rispettare rigide norme sanitarie.

 

Ripresa Serie A, Spadafora frena?

La FIGC ha presentato il suo protocollo di sicurezza per proporre la ripresa del campionato al Governo. Vorrebbe velocizzare il più possibile il ritorno in campo: dal 4 maggio in poi le squadre dovrebbero, in sicurezza, tornare intanto ad allenarsi. Qualcuno potrebbe anche decidere di partire con un mini-ritiro, altrimenti c’è altissimo rischio di infortuni. 

Il ministro dello Sport Spadafora ha avuto parole di incoraggiamento e lode per il protocollo, ma di fatto ha preso tempo, sta ancora valutando. Far ripartire il calcio vorrebbe poi dire alle altre attività di riprendere, ma in che modo? Ci sono tutte le condizioni, in Italia, per allenarsi senza rischiare di venire contagiati? E le partite? Anche a porte chiuse, ogni match di Serie A muove centinaia di addetti ai lavori, che dovranno comunque recarsi allo stadio. Dai giornalisti agli staff, passando per i tecnici delle televisioni e gli addetti alla sicurezza. Come verranno preservate le loro condizioni lavorative?