
Ripresa allenamenti Serie A: le regioni a fianco dei club?
Le regioni sono a fianco dei club sulla ripresa degli allenamenti della Serie A. Soprattutto quelle più tradizionalmente ostili ai decreti del Governo: De Luca in Campania si è detto favorevole agli allenamenti del Napoli, ma anche delle squadre di B (Salernitana e Benevento). Anche l’Emilia Romagna vorrebbe consentire ai suoi 5 club di Serie A di riaprire i propri centri sportivi.
Roma e Lazio, che negli ultimi giorni erano in prima linea per provare a riaprire Trigoria e Formello, sono in attesa di un decreto regionale. Il vero nodo del contendere resta il Protocollo sanitario per la ripresa. Le proposte della Figc sono state rigettate dagli esperti del Governo.
Serie A, i club tutti compatti: vogliono la ripresa
In una videoconferenza, i club hanno votato in maniera compatta: vogliono la ripresa del campionato. Nonostante le diatribe e gli schieramenti spesso contrapposti, il calcio italiano sa bene che troppi sarebbero i problemi economici in caso di stop. Al contrario delle parole di Spadafora, che parlava di molti club pronti alla sospensione, in Lega votano tutti insieme. E si registrano, per la prima volta, anche le parole di Andrea Agnelli, n.1 della Juventus, che prende una posizione molto netta: “Ribadisco fermamente che la Juventus ha la ferma volontà di terminare la stagione 2019/20. Iniziando gli allenamenti il 18 maggio e le partite a giugno ci saranno modi e orari per terminare la stagione, rispettando le indicazioni della UEFA e dell’ECA”.
La posizione dei vari club è netta: deve essere il Governo a sospendere il campionato, in modo da dare anche alla Lega le armi legali per eventuali cause, ricorsi, beghe legali. Le stesse che vengono promesse e attuate in Francia, dove tanti club stanno ricorrendo a pool di legali, dopo la sospensione dei campionati decisa da Macron.
Le regioni sono a fianco dei club: dopo le parole di tantissimi calciatori e le loro perplessità sugli allenamenti nei parchi, arrivano le aperture di Campania, Lazio, Emilia Romagna. L’altro nodo del contendere resta quello delle tv e del protocollo medico: su quest’ultimo è scontro tra gli esperti della Figc e del Governo, mentre le tv stanno ritardando il pagamento dell’ultima rata dell’accordo per i diritti tv. In caso di sospensione, andrebbe rinegoziato.